Benvenuti in purgatorio

il diario di Lorena Gianolli

Come tutte e tutti, mio figlio ed io siamo a casa da un mese, un mese mooolto lungo.

Adattarci a questa nuova situazione non sembrava troppo difficile, in più già da un paio di anni, in accordo con il mio responsabile svolgo buona parte del mio lavoro da casa per potermi occupare di mio figlio al di fuori dell’orario scolastico. Ero quindi già dotata di tutto il materiale tecnico necessario per l’Home office (pc, connessione internet, stampante, …) e di ufficio a casa, piccolo ma luminoso, efficiente e molto carino. Il luogo ideale per essere creativi e produttivi… in una situazione normale! 

Da circa un mese tutto è cambiato, la mia oasi lavorativa è stata presa d’assalto da mio figlio, a casa dall’asilo e frustrato da non poter vedere e giocare con nessuno, che freme per poter interagire con un altro essere vivente. Ho quindi dovuto rivoluzionare il mio spazio per creare una postazione anche per lui, così può stare con me anchequando lavoro.

Di solito, siamo spesso in giro con famiglia e amici e quando rincasiamo, Kaio è felice di starsene tranquillo e giocare con i suoi giochi… ora invece, non mi molla di un centimetro e mi parla in continuazione, una vera radio. Io intanto, a parte occuparmi di lui e trovare delle attività interessanti per passare la giornata, cucinare e tenere la casa, devo anche riuscire a lavorare! 

Ho quindi cominciato ad alzarmi alle 5.30 per riuscire a tirarmi avanti almeno con il lavoro d’ufficio mentre lui dorme e sembrava una buona soluzione … finché una mattina non è saltata la rete internet per via del troppo utilizzo! Essendo già alzata, ho quindi deciso di fare una torta per colazione, che però è venuta male, per il nervoso, e poi sono stata quasi un’ora al telefono con l’assistenza tecnica Swisscom al posto di far fare esercizi a Kaio o qualcosa di utile … insomma una mattinata da dimenticare.

Ormai mi sono rassegnata ad essere una madre mediocre, una pessima impiegata, una docente scarsa nonché una casalinga abominevole. Mi sento quasi in purgatorio, dove faccio sempre le stesse cose senza trarne alcuna soddisfazione… ma ho un barlume di speranza dicendomi che dai, prima o poi, dovrei intravvedere il Paradiso…