#ripartiredalledonne – Il futuro delle lavoratrici è più buio

Plusvalore” (Rete Uno, RSI) di Marialuisa Parodi, 30 aprile 2020

Women’s Budget Group (WBG) è un’organizzazione inglese no profit che si occupa primariamente di monitorare le politiche economiche governative dal punto di vista del differente impatto che hanno su uomini e donne. E’ un’istituzione nata circa 30 anni fa, che collabora attivamente con il Ministero del Tesoro, presso il quale esercita anche un’attività di lobby, influenzando il dibattito economico perché si tenga conto delle molteplici dimensioni in cui le donne sono svantaggiate.

Al contrario di quanto accade nel contesto internazionale, dove le ormai numerose iniziative di gender budgeting sono interne al Governo, WBG è un organo indipendente, che si finanzia attraverso Fondazioni e Trust, con donazioni o specifici mandati di ricerca.

Sul sito web sono pubblicati diversi lavori e approfondimenti tematici su specifiche voci di spesa pubblica, nonché i rapporti di valutazione dei budget governativi, corredati da raccomandazioni, a partire dal 2000.

Anche WBG, come moltissime altre istituzioni, ha lanciato l’allarme rispetto alle conseguenze economiche del Covid-19 sulle donne, una crisi che si aggiunge a difficoltà e disuguaglianze preesistenti, molto simili in tutto il mondo.

Ma l’esperienza acquisita nei decenni e l’abitudine ad indagare profondamente il tessuto economico in chiave di genere, ha permesso a WBG, già ad inizio aprile, di contestualizzare la qualità e la quantità dell’impatto economico della crisi addirittura per fasce di popolazione femminile, distinguendo per età, etnia, settore professionale, livello di povertà, condizioni di salute, familiari e così via.

Non sorprende che, anche per il Regno Unito, le prospettive appaiono molto pesanti per le donne, ma le indicazioni fornite sono preziose per informare le politiche economiche della ripresa.

L’appello che accompagna questa analisi, sostenuto da 60 organizzazioni, ci ricorda però bruscamente che tutto il mondo è paese. Anche le economiste di WBG, infatti, richiamano l’urgenza di coinvolgere le donne al tavolo delle decisioni riguardanti la ripartenza.

Lo stesso grido sta risuonando in tutto il mondo e, con lo stesso obiettivo, anche la Federazione delle Associazioni Femminili Ticinesi, sostenuta da diverse organizzazioni, personalità pubbliche e oltre 1000 firme raccolte con una petizione on line, si è rivolta al Consiglio di Stato.

Domani sarà un 1 maggio pieno di timori e incertezze per tutti; sarebbe importante però ricordare che, se non si interviene in tempo, il futuro delle lavoratrici sarà un posto ancora più buio.