Assemblea generale FAFTPlus 2020

In questa breve relazione sulle attività che hanno costellato il 2019 e il primo semestre del 2020 mi limito a offrire solo alcune sottolineature, dal momento che la cronaca minuziosa delle stesse è stata riportata puntualmente nelle newsletter, sul sito, attraverso i canali social e, non da ultimo, sul rapporto di attività che vi è stato consegnato.

E nel riproporvi alcune istantanee della fitta trama di iniziative, azioni e campagne che abbiamo intessuto nell’ultimo anno, vorri far emergere l’ordito, vale a dire quel filo conduttore che da un lato ordina e annoda l’azione della Federazione ai principi statutari, dall’altro la proietta verso la propria missione, risignificandone costantemente l’azione e orientandola nella complessità di una realtà che, come abbiamo sperimentato in questi mesi, interpella e esige risposte e indicazioni di rotta.

La prima di queste istantanee ci riporta a due importanti eventi che hanno scandito il 2019 e che anche la FAFT ha voluto sottolineare collaborando alle iniziative proposte da altre organizzazioni del territorio.

Il primo di questi rimanda al 14 giugno, ovvero allo sciopero femminista, riproposto a distanza di 28 anni dal primo storico sciopero. Le donne ticinesi e le donne di tutto il paese hanno incrociato, chi fisicamente chi simbolicamente, le braccia per rimettere al centro la domanda ancora inevasa di una completa parità nello spazio pubblico, politico e lavorativo, e in quello privato. Il comitato della FAFT ha collaborato alla preparazione dello sciopero al fianco delle colleghe della rete Nate il 14 giugno e, per animare la bancarella allestita in piazza della Foca a Bellinzona ha preparato il Pariquiz, adottato con successo anche dal Campus USI.

Ma il calendario del 2019 si è arricchito anche di un altro, importante compleanno, il 50mo anniversario del diritto di voto femminile in Ticino. Anche per questa ricorrenza la Faft ha partecipato attivamente alle numerose iniziative confluite nel calendario promosso dalla Delegata e dalla commissione delle pari opportunità. Da segnalare in particolare la collaborazione prestata per la realizzazione del documentario RSI ‘In cammino da 50 anni’, presentato a fine settembre del 2019.

E possiamo anticipare che, con lo stesso spirito e in collaborazione con la piattaforma nazionale CH2021, festeggeremo l’anniversario federale proponendo in Ticino una serie di iniziative di cui ci parlerà più tardi Lorena.

Questi anniversari, lo sappiamo per esperienza, non rappresentano un punto d’arrivo, ma piuttosto un’occasione per allargare lo sguardo e misurare la distanza che ancora ci separa dal traguardo, riflettendo alle strategie e alle possibili alleanze. Segnano insomma punti di ri-partenza da cui, come dimostra la cronaca degli ultimi 30 anni, possono germinare importanti sviluppi.

Se lo sciopero delle donne del 1991 ha posto le premesse ad esempio per l’elezione di Ruth Dreifuss nel Consiglio federale nel 1993, per l’entrata in vigore della legge sulla parità dei sessi nel 1996 e l’assicurazione maternità nel 2004, ugualmente, a distanza di un anno dal nuovo sciopero e a 50 dall’introduzione del diritto di voto, registriamo nuovi importanti passi avanti.

Pensiamo ad esempio all’avanzata significativa delle donne nel parlamento federale, all’elezione di Marina Carobbio agli Stati, alla recentissima introduzione del congedo di paternità per la quale la FAFT si è ingaggiata al fianco del comitato promotore, agli sviluppi a livello cantonale sul piano d’azione per la parità, alle esperienze comunali e cantonale sul bilancio di genere.

Il 2019 è stato anche un anno di contese elettorali, le cantonali in primavera e le federali in autunno.

Forte del risultato storico delle cantonali che hanno visto l’ingresso di 31 deputate in Parlamento, per dare sostegno e continuità al cambiamento in atto, la FAFT ha rilanciato per le federali la campagna #Iovoto donna con lo slogan 5 su 10, perché almeno la metà della deputazione ticinese fosse composta da donne: quattro Consigliere nazionali e una Consigliera agli stati.

Come ricorderete, la campagna poggia sul principio Più donne, Più democrazia, ovvero promuovere e raggiungere un’equa rappresentanza femminile in politica e più in generale nei luoghi decisionali per una democrazia realmente inclusiva e paritaria.

Nella riproposizione della campagna per le federali resta memorabile la trasferta a Berna dello scorso 18 settembre in occasione della quale la delegazione della FAFT di cui facevano parte anche le candidate ticinesi alle federali ha incontrato presso Palazzo federale l’on. Carobbio e Pantani e le colleghe di Alliance F che ci hanno presentato la campagna ‘Helvetia chiama’.

Il risultato delle elezioni è oramai storia. L’onda femminile si è allungata felicemente anche qui, consegnandoci il Parlamento federale con il più alto numero di donne mai visto e, soprattutto, per noi ticinesi, Marina Carobbio agli Stati. Va inoltre osservato che il numero di candidate in corsa ha raggiunto un record storico in Svizzera e anche in Ticino, dove si è registrato un più 8,4% rispetto al 2015.

Dal momento che non c’è il due senza il tre, gli ottimi risultati hanno motivato il comitato a riproporre la campagna anche per le elezioni comunali con lo slogan ‘Un obiettivo in Comune’. L’irrompere del COVID e il rinvio delle elezioni ci hanno tuttavia costrette a congelare il fitto calendario di eventi già in programma. Segnalo che a fine 2019 è stata inviata una lettera aperta ai sindaci dei principali comuni ticinesi per sollecitare i comitati cerca dei partiti di riferimento a candidare le donne.

La presenza delle donne non è solo leggibile nei numeri, ma anche nell’attività dei nostri parlamenti. A quasi un anno dalle elezioni parlamentari del 2019, la maggiore presenza delle donne (42%) nel Consiglio nazionale sta già facendo sentire il suo effetto sulla agenda parlamentare e sui temi in discussione. Secondo un’analisi della RTS, le parlamentari hanno ribaltato il risultato del 10% degli oggetti votati dall’inizio della legislatura. Un altro esempio lampante di questo fenomeno è stato il postulato sulla disuguaglianza salariale, che ha riunito tutte le donne di sinistra, quasi tutte le donne del gruppo del centro (PPD, PEV e PBD), ma anche una gran parte delle donne elette del PLR e un’eletta UDC. Anche sulle questioni ambientali, il voto delle donne ha avuto riflessi significativi, spesso in controtendenza rispetto alle linee dei partiti di riferimento. Tutto ciò non fa che confermare la bontà dei presupposti della campagna e la necessità di una democrazia il più possibile rappresentativa della nostra società. La maggiore presenza delle donne in parlamento e in ogni consesso decisionale, proprio in virtù delle esperienze di vita, delle specifiche qualità di leadership e delle competenze di cui sono portatrici le donne, arricchisce il dibattito allargandolo a istanze diverse, rimaste troppo a lungo inascoltate, con effetti positivi sulla qualità dei processi decisionali e sulla salute delle nostre istituzioni.

Riflessi simili e incoraggianti riverberano anche dal Parlamento cantonale, qui in virtù sia della maggiore presenza delle donne che del processo di dialogo e di concertazione introdotto con l’Agenda54, l’Agenda per la parità e le pari opportunità cui aderiscono cittadine, associazioni femminili e parlamentari donne e uomini di tutti gli schieramenti partitici. Anche per la legislatura 2019-2023 è stata sottoposta all’approvazione di candidate e candidati una serie di istanze scaturite da un lavoro di analisi e di confronto, ritenute prioritarie per superare le disparità e i differenziali di genere ancora evidenti. Le rammento sinteticamente:

  • Garantire risorse economiche per la promozione della parità e delle pari opportunità
  • Educazione alla parità a partire dalle scuole dell’infanzia
  • Rappresentanza dei sessi nel consiglio d’amministrazione e nella direzione delle aziende parastatali
  • Introduzione del congedo parentale per il personale dello Stato
  • Adozione di un linguaggio amministrativo non sessista
  • Prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domesticaL’Agenda è sostenuta da circa un terzo delle e dei parlamentari eletti di tutti gli schieramenti partitici che con la firma si sono vincolati a darne compimento, integrando le istanze nell’attività legislativa.Nonostante le difficoltà iniziali, possiamo dire che questa prima parte di legislatura sta offrendo segnali interessanti sia in termini di processo che di risultato.Rispetto al processo, siamo liete di informare che si è costituito il gruppo interpartitico Parità cui aderiscono non solo i e le firmatarie dell’Agenda. L’istituzione del gruppo consente un migliore coordinamento interno e con il comitato della FAFT, e di qui una comunicazione più fluida e strutturata con incontri regolari a margine delle sessioni parlamentari.In termini di risultato vale la pena richiamare alcuni atti, quali ad esempio il pronunciamento favorevole del Gran Consiglio sull’allungamento del periodo di protezione del licenziamento per le neo mamme, gli atti sull’istituzione di un ufficio parità (segnalo a tale proposito l’evento organizzato dall’Agenda con il VPOD per riflettere al modello del Canton Vaud presentatoci da una sua rappresentante). Salutiamo inoltre positivamente i recenti atti parlamentari a sostegno di temi che rivestono una particolare rilevanza per la parità e le pari opportunità. Ci riferiamo in particolare all’iniziativa Dati statistici disaggregati: per leggere meglio la società (e le disparità) e alla mozione Possibilità dei tempi parziali in magistratura. È inoltre motivo di soddisfazione osservare che entrambe gli atti hanno trovato un’ampia convergenza in seno al gruppo delle/dei firmatari.Tirando le somme, cosa resta del 2019?Il 2019 ci consegna da una parte un bilancio sostanzialmente positivo che conferma e rilancia indirizzi e obiettivi verso cui il Comitato ha orientato attività e impegno. Vale a dire, il consolidamento del dialogo e delle collaborazioni con un ampio ventaglio di organizzazioni e istituzioni del territorio per incidere sui meccanismi che tengono lontane le donne dai processi decisionali (Delegata e commissione per le pari opportunità nell’ambito del piano d’azione per la parità, USTAT, USI); la promozione della cittadinanza

attiva femminile per irrobustire, sperimentare e agire la soggettività politica delle donne, sia in termini di presenza, che di proposta.

Il 2019 ci rende però attente sul fatto che, pur dinnanzi ai tanti passi avanti compiuti, non è assolutamente il momento di abbassare la guardia. I rischi di tornare indietro sono infatti tangibili e questi mesi di pandemia ce lo hanno, ahinoi, dimostrato.

Sin dalle prime battute dell’emergenza sanitaria, presagendone le infauste conseguenze, il Comitato si è mobilitato con tempestività e a vari livelli attraverso la campagna RIPARTIRE DALLE DONNE. Con l’intento di esortare in primis il Consiglio di Stato a monitorare gli impatti della pandemia, soprattutto su lavoro e economia; a prestare attenzione in particolare alle fasce più deboli e vulnerabili, ovvero le donne e i giovani, e a varare misure di protezione e di uscita dalla crisi per un rilancio sociale e economico inclusivo e attento alle differenze. Come prevedevamo, purtroppo, la pandemia ha esacerbato le disuguaglianze, e in particolare le disparità che già gravavano sul lavoro femminile che, da assolutamente essenziale nel periodo di massima emergenza è nuovamente scivolato in un gravissimo e colpevole cono d’ombra. E quel che è più grave, le statistiche certificano l’eccezione ticinese rispetto al panorama nazionale di un -6.6% di posti di lavoro femminili persi.

Come detto, il comitato si è mobilitato lanciando la campagna #ripartire dalle donne con ripetuti appelli all’indirizzo del Consiglio di stato, sottoscritti anche da 1’600 persone, rispetto ai quali sono giunte solo risposte evasive da parte del Governo che assicura una generale attenzione a queste problematiche da parte delle istituzioni e dei diversi tavoli di lavoro cui è demandata la ricerca di una via d’uscita dalla crisi. Di qui, il cambiamento di rotta e la decisione del Comitato di far convogliare presso il tavolo strategico, alcuni gruppi di lavoro tematici e il Gran Consiglio le nostre preoccupazioni e istanze.

In particolare, chiediamo:

  • la quantificazione, la misurazione e il monitoraggio del lavoro delle donne in Ticino
  • che la parità di genere sia posta come obiettivo specifico del Cantone in quanto elementofondamentale della ripresa post pandemia
  • che siano attivati le competenze femminili e il ruolo delle donne nella ricostruzioneDa ultimo, spiace registrare come nel periodo di emergenza sanitaria le donne siano sparite anche dallo spazio mediatico. Ciò che ha sollevato non pochi interrogativi circa la nostra capacità e possibilità di influire sugli stessi e sulla volontà di questi di superare gli ostacoli di natura culturale che impediscono il raggiungimento di un’effettiva equità.In conclusione, è indubbio che ci troviamo nuovamente ai piedi di un’altra salita che sappiamo essere faticosa e difficile. Guardando alla fatica e alle frustrazioni di questi ultimi mesi, è pur vero che il sostegno di tutte e tutti coloro che hanno risposto all’appello e condiviso l’azione ripartire dalle donne, spinge a andare avanti ed è motivo di conforto e di gratitudine sincera. Ugualmente, la nostra gratitudine va tutti voi, soci e socie, individuali e collettivi, che contribuite a arricchire di spunti e visioni il nostro lavoro.Infine, approfitto di questo spazio, per segnalare un avvicendamento nella segreteria della FAFT. Dopo 5 anni di prezioso lavoro di affiancamento e supporto, la nostra Nathalie Inderbitzen lascia la segreteria per dedicarsi a altri impegni professionali. A lei va tutta la nostra riconoscenza e i migliori auspici per il futuro personale e professionale.

Diamo al contempo in benvenuto a Giorgia Miceli che da settembre affianca il lavoro del comitato. Naturalmente a Giorgia va il nostro augurio perché in FAFT possa trovare un ambiente stimolante e gradevole.

Grazie a tutte.

RELAZIONE VANESSA GHIELMETTI, VICE-PRESIDENTE FAFTPLUS

Verbale assemblea

Rapporto d’attività

Attività futura