Politica al femminile #IOVOTODONNA

Di Romina Borla, giornalista

“Dopo tutti questi anni a fare le CEO delle nostre famiglie…” “Siamo perfino sovraqualificate per essere elette nei municipi”. Questo si dicono le due sorridenti amiche protagoniste di una delle vignette create da Daria Lepori per “Io voto donna”, la campagna che la Federazione delle Associazioni Femminili Ticino (FAFTPlus) rilancia in vista delle elezioni comunali del 5 aprile. Se si faranno, visto il corona virus (al momento di andare in stampa l’ipotesi più accreditata è il regolare svolgimento del voto e dello scrutinio, con procedura rallentata).

Con il motto “Un obiettivo in Comune” intende sottolineare l’importanza del dialogo e della collaborazione tra donne e uomini nel cammino verso una sempre più efficiente amministrazione del territorio. Purtroppo, però, le donne attive in politica a livello locale sono mosche bianche. Solo 14 dei 115 comuni ticinesi sono infatti amministrati da una sindaca, afferma L’Ufficio cantonale di statistica. Le municipali sono il 16,1% (101 su 626) mentre le consigliere comunali il 29,6% (758 su 2.562). FAFTPlus è convinta che una più equa distribuzione delle cariche pubbliche tra i due sessi favorirebbe l’arricchimento del dibattito politico, il miglioramento del processo decisionale e più in generale l’avanzamento della democrazia. “Le donne – sostiene l’associazione – hanno esperienze di vita differenti dagli uomini e sono spesso confrontate con problematiche peculiari. Ad esempio molte di loro quando diventano madri devono fare i salti mortali per conciliare bisogni familiari e lavoro, a parità di competenze e mansioni guadagnano meno dei colleghi, sono il bersaglio principale delle violenze domestiche ecc.

Questa diversità di punti di vista impreziosisce il dibattito pubblico, portando benefici a tutti”. La politica locale – sottolinea inoltre FAFTPlus – è una palestra importante per le donne. “In quel contesto possono infatti accumulare esperienze pratiche e contatti essenziali. Se le donne sono poco presenti nei Consigli comunali e nei Municipi, difficilmente saranno più numerose in Gran consiglio e nel Parlamento svizzero o riappariranno nel Consiglio di Stato ticinese”. Da qui l’importanza di offrire visibilità alle donne con strumenti mirati come “Io voto donna”. Lo scorso 7 marzo FAFTPlus è stata al mercato di Bellinzona per spiegare ai curiosi i dettagli della campagna. Erano previsti altri eventi per riflettere sul tema: l’11 marzo il dibattito all’USI “Donne sull’onda per le Comunali: i media sono pronti? Tra comunicazione politica e narrazioni di genere” e il 22 marzo a La Filanda di Mendrisio la tavola rotonda “Una risata contro gli stereotipi” con la partecipazione di Daria Lepori, vignettista di talento nonché politica di lungo corso. Ma niente. Il COVID-19 ha vinto, per ora.

Ma le riflessioni di FAFT Plus in questi giorni concitati non sono mancate. In particolare l’associazione ha sottolineato la preoccupazione per l’assenza delle donne (“tecniche e specialiste che non mancano”) nei processi decisionali. “A chi obietta «voto le competenze, il merito e non il genere» diciamo solo una cosa: merito e competenze appartengono anche alle donne. Il problema è che fanno più fatica a dimostrarlo per un milione di motivi”, conclude FAFTPlus. 

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