Lettera aperta al Consiglio di Stato da parte di FAFTPlus

Massagno, 28 agosto 2020

Lettera aperta al Consiglio di Stato da parte della Federazione Associazioni Femminili Ticino Plus 

Stimati Consiglieri di Stato, 

Stimato Cancelliere dello Stato, 

leggiamo con preoccupazione in queste ore le cifre pubblicate dall’Ufficio federale di statistica che quantificano l’effetto avuto dalla pandemia sul lavoro femminile in Ticino, dove si sono persi in media, nei vari settori, il 6,6% degli impieghi, rappresentanti il 100% di tutti quelli persi nel Cantone. La dimensione della situazione ticinese appare ancora più grave se paragonata alle cifre svizzere, dove la ripartizione tra sessi della diminuzione dei posti di lavoro è, invece, quasi totalmente paritaria. I dati ticinesi sono drammatici e la situazione in cui versa il lavoro femminile del Cantone non può più essere ignorata, date le enormi ripercussioni sociali, immediate e future, sul potenziale di sviluppo economico del Cantone.  

Ricordiamo che la situazione ticinese, rispetto alla media Svizzera, segnava, già prima della pandemia, un grave ritardo, con una media di occupazione femminile del 52% a fronte dell’80% svizzero, di cui il 50% circa a tempo parziale. Anche le differenze salariali tra uomini e donne sono strutturalmente molto più elevate in Ticino, soprattutto agli estremi dei ruoli professionali e, quel che è peggio, senza segnali di miglioramento già prima della crisi. L’Ufficio federale di statistica ha recentemente rilevato che, tra il 2014 e il 2018, il gap ticinese è addirittura passato dal 21 al 25% per i quadri medi superiori del privato (contro il 19% nazionale); nei ruoli senza funzione di quadro, la differenza salariale in Ticino è del 15%, il doppio di quella nazionale. 

Ci permettiamo quindi di osservare che aggiornare le “Cifre della Parità” ogni due anni, senza indagare più attivamente ragioni e soluzioni, non è una risposta nemmeno lontanamente adeguata alle circostanze, pur rappresentando un encomiabile esercizio divulgativo.  

Va sottolineato che il lavoro femminile ha consentito a tanti settori cruciali in cui le donne lavorano in maggioranza schiacciante e spesso in condizioni critiche (sanità, cura, scuola, amministrazione, vendita, servizi di pulizia…) di continuare a operare durante le fasi più drammatiche dell’emergenza sanitaria. 

I dati statistici confermano purtroppo come la pandemia non abbia fatto che inasprire le debolezze strutturali del lavoro femminile in Ticino. Se ogni posto di lavoro perso è un dramma per chi lo subisce, è tuttavia inaccettabile che una spia allarmante come questa, cioè le conseguenze pesanti della crisi sulle spalle di un solo genere nel mercato del lavoro, non sia analizzata, indagata nelle cause e nelle possibili soluzioni, e posta al centro dell’azione politica.

Già ad aprile, FAFTPlus, con una lettera indirizzata al CdS, poi seguita da una petizione pubblica sottoscritta da oltre 1500 persone aveva segnalato i grandi rischi incombenti sul fragile, ma fondamentale, lavoro delle donne, evidenziando da un lato il ruolo centrale del lavoro femminile durante la pandemia e dall’altra la necessità di valorizzare il ruolo delle donne come fattore trainante della ripresa economica e sociale del Cantone. 

Alla luce dell’attuale situazione rivolgiamo dunque a voi un appello accorato affinché vengano poste in atto con urgenza misure volte ad arginare l’emorragia dei posti di lavoro delle donne ticinesi e a garantire un’inversione di tendenza della situazione del lavoro femminile in Ticino entro il termine della legislatura.

In particolare, chiediamo:

  • la quantificazione, la misurazione e il monitoraggio del lavoro delle donne in Ticino, se del caso anche prevedendo studi mirati e urgenti, attraverso l’introduzione di criteri di misurazione strutturali all’interno delle statistiche cantonali, al fine di disporre di un quadro statistico disaggregato per età e per sesso, che indaghi le asimmetrie di genere del mercato del lavoro e le dinamiche delle carriere femminili in relazione a formazione e situazione familiare. Nonostante vari appelli di cui FAFTPlus, in particolare, si è fatta portavoce ben prima dell’emergenza sanitaria, le statistiche del mercato del lavoro (e dell’imprenditoria) del nostro Cantone non sono ancora sufficientemente profonde e non offrono una sufficiente disaggregazione per genere.  
  • che la parità di genere sia posta come obiettivo specifico del Cantone in quanto elemento fondamentale della ripresa post pandemia e dunque porre come priorità, nei processi di elaborazione delle strategie, soprattutto negli interventi di spesa pubblica, l’obiettivo di chiudere i gap di genere contestualmente agli altri obiettivi.  
  • che siano attivati le competenze femminili e il ruolo delle donne nella ricostruzione. Sollecitiamo a questo fine gli organi di Governo a promuovere attivamente la presenza femminile nei media e nello spazio pubblico, in particolare delle esperte coinvolte nei gruppi di lavoro ai vari livelli, in modo da comunicare implicitamente un nuovo concetto di leadership inclusiva, accelerare il superamento di ruoli stereotipati, avviare la riflessione sul rapporto tra vita privata e vita professionale e tra economia e socialità.

Rileviamo peraltro che tra gli obiettivi della Confederazione in materia di sviluppo sostenibile e di potenziamento della manodopera qualificata, l’attenzione alle condizioni del lavoro femminile è manifesto ed esplicito e riteniamo che il Ticino non possa, per il bene di tutti, restare indietro rispetto a questi obiettivi.

Certi della vostra attenzione e confidando in un prossimo gentile riscontro, vi preghiamo di gradire i nostri più distinti saluti. 

Il Comitato FAFTPlus, Federazione Associazioni Femminili Ticino Plus