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Il ruolo degli uffici per l’uguaglianza fra donne e uomini
RSI, Rete Due, Plusvalore, 28.11.2019
L’Ufficio dell’uguaglianza tra donne e uomini del Canton Vaud ha recentemente presentato le sue attività in Ticino, durante una serata informativa organizzata da sindacato VPOD e Agenda 54 Donne Elettrici.
Garantire risorse economiche per la promozione della parità e delle pari opportunità figura al primo posto dell’Agenda 2019-2023, di cui nuovamente risulta firmatario un terzo del Gran Consiglio e, per la prima volta, anche un Consigliere di Stato. Per questo specifico punto, si tratta di rendere operative le misure già adottate da Governo e Parlamento nel quadriennio passato, anche su impulso dell’Agenda54: Bilancio di Genere, Piano d’Azione Cantonale, Carta della Parità salariale.
Le donne votano in Canton Vaud dal 1959, l’Ufficio fu istituito nel 1991 ed una legge cantonale, emanata in applicazione della legge federale parità del 1996, ne regola scopi, funzionamento e finanziamento.
L’Ufficio incoraggia la parità di fatto e lavora per eliminare le discriminazioni con un organico di 10 professionisti, donne e uomini, attivi su diverse aree: consulenza giuridica, violenza domestica, pari opportunità, vita professionale, parità salariale e formazione. A ciascuna corrisponde una dotazione finanziaria da parte del Cantone, per un totale che va ben oltre il mezzo milione di franchi.
In Ticino, la voce di bilancio corrispondente non arriva nemmeno ad un decimo.
Il Canton Vaud ha una popolazione di circa 795’000 abitanti e voci di spesa per circa 10 miliardi di franchi; circa 12’000 pro capite, rispetto ai 10’000 del Ticino, rapporto che tiene grosso modo anche sul lato delle entrate. Anche relativizzando, la nostra spesa per la parità fa arrossire.
Ma occorrono alcune precisazioni.
Per motivi oggi incomprensibili, negli anni ’90 il Consiglio di Stato ticinese risolse di non istituire un ufficio della parità, ripiegando invece sulla nomina di una Delegata all’interno dei Servizi Giuridici del Consiglio di Stato; assetto che nel tempo non è stato rivisto nè tantomeno potenziato.
Ciò però non significa che le molteplici attività che la rappresentante dell’Ufficio del Canton Vaud ha illustrato non siano svolte e parzialmente finanziate anche da noi: solo che sono frammentate, rispondono a diversi dipartimenti (come nel caso della violenza domestica presso la Divisione della Giustizia, di cui è stata appena nominata una coordinatrice) oppure sono affidate all’instancabile energia del volontariato.
Quello che si è ottenuto in Ticino nei fatti, al di fuori di un quadro giuridico e finanziario, ha del miracoloso e va encomiato il ruolo svolto dalla Delegata e dalla Commissione Consultiva delle pari opportunità, che negli anni hanno saputo mettere in rete i numerosi enti e servizi coinvolti, pubblici e privati; ma non è più accettabile che l’incertezza ne ostacoli la possibilità di pianificare strategicamente, ed è ora che la politica assuma la responsabilità di una questione divenuta centrale per la vita delle persone e per l’economia.
Non è un caso che l’ONU abbia istituito un premio per chi si distingue nella promozione di servizi pubblici volti al raggiungimento dell’obiettivo n°5 dello sviluppo economico sostenibile: l’uguaglianza di genere, appunto.
Nel 2018, il premio è stato conferito al nostro Ufficio Federale dell’Uguaglianza.
Marialuisa Parodi
immagine: RSI – iStock