FAFTPlus: grande lavoro per il nuovo comitato

Il comitato della Federazione associazioni femminili ticinesi FAFTPlus uscito rinnovato dopo l’assemblea dello scorso aprile ha subito dovuto affrontare alcuni temi importanti dettati dall’attualità politica, come scongiurare lo stralcio della revisione della Legge sulla parità dal programma di legislatura del Consiglio federale e continuare ad assicurare al Consultorio giuridico Donna e lavoro il sostegno finanziario da parte della Confederazione.

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Continua il rilancio dell’attività della Federazione associazioni femminili ticinesi FAFTPlus con l’obiettivo di eliminare ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne. A fine aprile è stato rinnovato il comitato con lo spirito di dare una voce e un volto ai vari settori della società civile che vedono le donne sempre più impegnate in ruoli importanti.

Alla presidenza è stata confermata la ex consigliera nazionale Chiara Simoneschi-Cortesi, figura di larghissima esperienza, grande carisma e autorevolezza, anche per i suoi anni al vertice della Commissione federale per le questioni femminili. La affianca come vicepresidente Marialuisa Parodi di BPW – Business Professional Women Club Ticino, mentre Renata Raggi-Scala rimane presidente onoraria.

Due le questioni che il comitato ha dovuto affrontare: lo stralcio da parte del Consiglio nazionale della revisione della Legge sulla parità dei sessi (LPar) dal programma di legislatura 2016-2019 e la modifica del consiglio federale dell’Ordine di Priorità per la concessione degli aiuti finanziari ai Consultori che prevede la soppressione totale di ogni sostegno economico dal 2019.

Sulla prima questione, il comitato FAFTPlus ha lanciato una petizione online e ha sensibilizzato il Consiglio degli Stati, attraverso una comunicazione personale a tutti i deputati, chiedendo che lo stralcio deciso dal Nazionale non venisse confermato. Questa azione è stata coronata da successo: la revisione della Legge sulla parità dei sessi, che spegne quest’anno venti candeline, continua a far parte del programma di legislatura 2016-2019. FAFTPlus si augura che il processo di revisione – che prevede delle misure di controllo della parità salariale – possa essere ripreso velocemente, visto che quanto previsto dalla Costituzione non è ancora realtà.

Più articolata la questione del finanziamento ai consultori che il Consiglio federale intende tagliare completamente entro il 2019 e già dal prossimo anno vi sarà una riduzione degli aiuti finanziari del 25% e del 50% per il 2018. Una decisione che tocca undici Consultori situati in ogni regione della Svizzera e in Ticino il consultorio giuridico “Donna & lavoro” che fa capo proprio a FAFTPlus e lo “Sportello donna” dell’Associazione Dialogare-Incontri, ambedue attivi da quasi 20 anni.
Contro questa decisione, FAFTPlus e l’associazione Plusplus (la rete dei consultori lavoro+famiglia), hanno scritto una lettera aperta al consigliere federale Alain Berset, elencando i motivi, sia giuridici sia di merito, per i quali si ritiene che questa scelta sia sbagliata e sia un grave passo indietro sulla via della parità tra donne e uomini. In modo particolare, si sottolinea che questa decisione svuota di significato l’art. 15 della Legge sulla parità dei sessi che dà la possibilità alla Confederazione di accordare aiuti finanziari per offrire alle donne consulenza giuridica e informazioni inerenti alla vita professionale e per favorire il reinserimento professionale di donne e uomini che hanno lasciato il lavoro per dedicarsi a compiti familiari.
La lettera aperta è pubblicata sul sito www.art15.plusplus.ch dove è anche in corso una sottoscrizione online che ha già raccolto oltre 4’500 firme. A questa lettera ne è seguita una seconda, alla fine di settembre, sempre indirizzata al consigliere federale Berset per sollecitare una sua risposta.

Tutto questo accade nell’anno in cui la Legge sulla parità dei sessi compie vent’anni, essendo entrata in vigore il 1° luglio del 1996 con l’obiettivo (non raggiunto) di realizzare la parità fra donne e uomini nella vita professionale. A questa ricorrenza sarà dedicata una mattinata di riflessione e bilancio sabato 22 ottobre 2016 a Bellinzona, promossa dalla Delegata e dalla Commissione per le pari opportunità del Canton Ticino con FAFTPlus e con il sostegno di varie organizzazioni e gruppi femminili.

L’anno prossimo sarà invece la volta della Federazione delle associazioni femminili ticinesi di festeggiare un compleanno “rotondo”: 60 anni di determinazione per portare il tema della parità fra quelli prioritari e urgenti, nella convinzione che a trarne beneficio non saranno solo le donne, ma la società intera.

Massagno, 5 ottobre 2016

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La Federazione ticinese delle associazioni femminili (FAFT) è nata a Lugano il 28 aprile 1957 con il nome di Federazione Ticinese delle Società Femminili. Lo scopo era di raggruppare associazioni femminili e socie singole attive in ambito politico, sociale e culturale, per rivendicare il diritto di voto e di eleggibilità. Prima presidente fino al 1973 fu Maria Luisa Albrizzi che si impegnò soprattutto nella lotta per l’ottenimento dei diritti politici femminili e che fondò anche il Gruppo donne PPD. Diverse le donne famose che si sono avvicendate alla presidenza della FAFT e che hanno condotto importanti battaglie sulla via della parità. Fra queste il riconoscimento nella Costituzione federale della parità degli uomini e delle donne, con l’introduzione di un articolo ad hoc, accettato in votazione popolare il 14 giugno 1981. Grande l’impegno della FAFT anche per la creazione nel 1997 del Consultorio giuridico “Donna e lavoro” che offre consulenza e assistenza legale su problematiche riguardanti il lavoro. Oggi come in passato, la FAFT – nel frattempo diventata FAFTPlus – si pone l’obiettivo di riunire chi si occupa di parità e chi vuole eliminare ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne. Vuole inoltre promuovere e salvaguardare la parità tra donna e uomo in ogni ambito economico, politico e sociale e rappresentare gli interessi delle donne nelle istituzioni politiche e in altri enti.

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Il consultorio giuridico “Donna e lavoro” nasce nel 1997 su iniziativa della Federazione associazioni femminili Ticino per offrire consulenza alle donne attive professionalmente che riscontrano problemi sul posto di lavoro come mobbing, molestie sessuali, licenziamento discriminatorio e disparità di condizioni. In Svizzera sono tre mila le donne che all’anno subiscono discriminazioni di vario genere o hanno necessità di ricevere una consulenza dal punto di vista lavorativo. Le persone che si rivolgono al consultorio giuridico “Donna e lavoro” sono circa 400 ogni anno. Di queste, 210 vengono seguite con una consulenza più ampia (1 ora e più), mentre sono 180 coloro che effettuano solo brevi incontri. La tendenza è però in aumento: da inizio anno sono già 200 le donne che si sono rivolte al consultorio, soprattutto per problematiche legate al licenziamento dopo la maternità. Finora il consultorio giuridico “Donna e lavoro” ha potuto godere di un sostegno finanziario in base all’art 15 della Legge federale sulla parità dei sessi. Con il taglio dei finanziamenti federali questo servizio di consulenza diventerà più difficile e più oneroso per chi chiede un aiuto. Vi è anche il rischio che venga smantellato, disperdendo un sapere e delle competenze preziose maturate in quasi vent’anni di attività.
Consultorio giuridico Donna & lavoro

 

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